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alla scoperta di un'antica tradizione

Il museo dell'olio

Il museo dell'0lio

Il nostro piccolo museo di famiglia è stato allestito nell’antico edificio del magazzino dell’olio. Si tratta di un esempio quasi unico per la perfetta conservazione della struttura secolare dedicata a deposito del bene più prezioso della fattoria: l’olio d’oliva. Un vero sancta sanctorum, dotato di una porta a doppia chiave come una cassaforte, che veniva aperto solo in occasione di prelievi di olio dalle giare.
La sua stessa collocazione ad un livello leggermente inferiore rispetto all’edificio un tempo adibito a frantoio era destinata ad agevolare l’afflusso diretto dell’olio proveniente dalla pressa, attraverso un tubo in ghisa, tuttora esistente, sfruttando la semplice forza di gravità. Il tubo penetrava nella parete del magazzino e permetteva il riempimento manuale di vari tipi di contenitori per poi travasarne il contenuto nelle grandi giare. Un pozzetto con botola consentiva, grazie alla leggera inclinazione del pavimento, di raccogliere l’olio eventualmente disperso accidentalmente o per la rottura di un contenitore. Nemmeno una preziosa goccia doveva andare perduta!
Come al tempo degli antichi greci, una parte delle giare è interrata e dal suolo ne emerge solo l’ampia bocca. Ciò serviva a mantenere costante la temperatura dell’olio conservato, anche nei mesi estivi. Essendo impossibile muovere le giare interrate, la pulizia periodica di esse veniva affidata a bambini che potevano agevolmente entrarvi dentro.
Le giare più grandi hanno una capacità di ca.350/400 litri, le altre tra i 250 e i 300. Si è calcolato che il magazzino poteva contenere ca. 300 quintali di olio (lt. 33.000).
Oltre a questa formidabile collezione di giare antiche, il magazzino ha da sempre ospitato anche l’antico bilico sul quale per centinaia di anni è stato pesato tutto l’olio in entrata e in uscita dal magazzino.
Lungo le pareti abbiamo raccolto tutti gli attrezzi presenti nella fattoria riguardanti in vario modo la produzione dell’olio: contenitori in metallo di varia dimensione, pompe a mano, attrezzi agricoli per la coltivazione e potatura degli ulivi e perfino una serie di bastoncini in legno di ulivo intagliati che servivano agli operai analfabeti per indicare le quantità di olio prodotte giornalmente. Oltre ad essi, abbiamo qui raccolto altri attrezzi tradizionali di uso comune: madie per impastare la farina, presse per fare i maccheroni o spremere i limoni, piccole bilance, selle d’asino, attrezzi per il forno, frammenti di telaio per la tessitura, una delle prime “macchine” seminatrici a trazione animale (1928 ca.), vasi in terracotta invetriata per la conservazione di olive in salamoia.
In conclusione, il nostro museo familiare vuole testimoniare visibilmente secoli di civiltà contadina, presentando una sintesi delle varie forme di attività che si svolgevano nella nostra fattoria, illustrando tecniche di produzione tradizionali rimaste immutate per secoli fino all’arrivo delle moderne risorse alimentate non più dalla forza dell’uomo o delle bestie da lavoro, ma dai motori a scoppio e dall’energia elettrica.
Un omaggio alla secolare fatica di generazioni di lavoratori e un utile insegnamento per il mondo di oggi.